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giovedì 2 aprile 2020

LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

TORNA L'ORGOGLIO NAZIONALE E GLI ITALIANI SI STRINGONO ATTORNO A CONTE E GOVERNO
[La Repubblica, 19 marzo 2020]

Mai come in questa occasione appare difficile tracciare un Atlante degli orientamenti politici degli italiani. O forse è vero il contrario: mai come questa volta appare semplice. Perché oggi, nel teatro della politica, i partiti e i loro leader recitano un ruolo da comparse. Al centro della scena, infatti, c'è un solo protagonista. Un solo (con)testo. Il Coronavirus. Che suscita paura, ma evoca, al tempo stesso, un sentimento in-atteso, nel nostro Paese. Il ritorno dell'orgoglio nazionale. È il dato, forse, più importante - oltre che meno prevedibile - emerso dal sondaggio di Demos, per l'Atlante politico, pubblicato oggi su Repubblica . Peraltro, rispetto agli ultimi mesi, gli orientamenti di voto appaiono stabili. Non suggeriscono svolte, tanto meno fratture. Tuttavia, i cittadini oggi guardano in altra direzione. E anche la paura ha cambiato volto. Anche se da anni costituisce il principale argomento della campagna elettorale permanente che si svolge nel nostro Paese. Fino a ieri, però, il bersaglio della paura era "l'altro". Aveva il volto dello "straniero" che giunge da fuori. Dall'Africa. Dal mare. Mentre oggi "l'altro" non ha più un volto, né una provenienza territoriale precisa. La Cina, ormai, è lontana. Gli "untori" sono in prevalenza italiani. A loro volta, contaminati. Da altri italiani. Che popolano soprattutto il Lombardo-Veneto. "L'altro": è divenuto un nemico invisibile. E, sino a qui, non rintracciabile. Il tentativo di bloccarlo, chiudendo le frontiere, non ha funzionato. Non può funzionare. Perché i virus superano e sorvolano ogni frontiera. Sono invisibili. E si annidano ovunque. Sono fra noi. Anche tra coloro ai quali ci affidiamo, per trovare sollievo. Cura. I medici, in particolare. In prima linea, (anche) in questa emergenza. E, quindi, coinvolti e colpiti, anche più degli altri.

Così ci siamo rinchiusi in casa. Per difenderci dal nemico invisibile, che incombe. Dovunque. Il 95% degli intervistati, infatti, si dice "molto" o "abbastanza" preoccupato dal coronavirus. Ciò significa che, praticamente, "tutti" gli italiani ne hanno paura. Ma, proprio per questa ragione, le divisioni politiche, anzi, la politica, passa(no) in secondo piano. Così, rispetto agli ultimi mesi, gli scostamenti elettorali sono minimi (come mostrano Biorcio e Bordignon, nella loro ana-lisi), mentre emerge un diffuso sentimento di solidarietà. Politica, oltre che sociale. Il governo e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, infatti, raccolgono il sostegno di 7 italiani su 10. Un grado di consenso mai rilevato, dall'Atlante Politico di Demos negli ultimi 10 anni. Avvicinato dallo stesso Conte, nel settembre 2018, insieme alla precedente alleanza, fra Lega e M5s. Che aveva marcato una "rottura" con il passato. Prima di allora, il governo guidato da Renzi, a giugno del 2014, dopo il successo alle elezioni europee, aveva sfiorato anch'esso il 69%. Per calare sensibilmente in seguito. Successivamente, si era avvicinato al 50% il governo guidato da Paolo Gentiloni. "L'impopulista". Molto diverso da Renzi. Per approccio e stile di comunicazione. più simile, semmai, a Conte. Anch'egli "sottotraccia".

Oggi, però, a differenza del passato, quasi tutto il Paese è ri-unito intorno al premier. Al governo. Non solo perché l'unico modo per difendersi è "stare insieme". Anche se ciascuno a casa propria. Insieme ai propri familiari. Senza uscire se non per ragioni in-discutibili. Così, tutti, o quasi, valutano positivamente (con un voto uguale o superiore a 6) il comportamento del governo di fronte a questa emergenza. Ma appare ampio anche il consenso per gli altri attori pubblici coinvolti. Per primo, il sistema sanitario. Quindi, la Protezione Civile. Inoltre, le Regioni, come sottolinea il giudizio largamente positivo verso i governatori di Lombardia e Veneto. Le aree maggiormente coinvolte nel "contagio" insieme all'Emilia-Romagna. Anche i giornalisti e il sistema dell'informazione vengono valutati positivamente, in questo frangente difficile. La stessa "opposizione" non suscita atteggiamenti di "opposizione" - e ostilità. In questa fase. Infine, tutti gli italiani si considerano "personalmente" coinvolti, consapevoli, in questa vera "lotta" per la vita. Che ci vede "soli". Non solo perché costretti nell'ambito domestico. Ma anche perché gli "altri", gli stranieri, questa volta, non sono gli immigrati. Ma gli "altri" governi europei. La loro azione, in questa vicenda, viene ritenuta meno efficace rispetto a quella intrapresa nel nostro Paese. Anche per questa ragione la fiducia nella Ue scende sotto il 30%, come non avveniva da molto tempo. Mentre poco più di un terzo degli italiani ne valuta l'intervento adeguato rispetto ai drammatici problemi esplosi nell'ultimo mese.

L'emergenza del virus ha, dunque, generato paura, oltre che vittime. Ma ha prodotto anche un risultato, forse, inatteso, generando un clima d'opinione imprevisto e imprevedibile, fino a poche settimane fa. Ha, cioè, ri-costruito l'Unità Nazionale. Fra gli italiani. Ri-uniti intorno al governo e alle istituzioni. Per difendere la propria e la nostra vita. Da soli. Visto che gli altri Paesi europei, e quindi l'Europa, hanno guardato altrove. Fino a ieri. Fino a quando il "male oscuro" non è penetrato oltre confine. Speriamo la diffusione del morbo in Europa venga fermata. E che la comune minaccia contribuisca, almeno, a rafforzare il governo dell'Unione. Il sentimento europeo. Com'è avvenuto in Italia. Al governo e al sentimento nazionale.

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