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giovedì 2 aprile 2020

LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

LO STATO NON CONVINCE. TORNANO L'IMPEGNO E LA VOGLIA DI PIAZZA
[La Repubblica, 23 dicembre 2019]

Un anno dopo, gli italiani sembrano essere tornati alla "tradizione". Segnata da un certo distacco rispetto alle istituzioni. Tuttavia, la "sfiducia politica" procede insieme a una ripresa dell'impegno e della protesta sociale. Alla mobilitazione dei cittadini intorno a questioni di interesse comune. In primo luogo, il futuro - e il presente - dell'ambiente. Del clima... Sul piano globale, ma anche locale. È l'indicazione offerta dalla XXII indagine dedicata al rapporto fra "Gli Italiani e lo Stato", curata da Demos per La Repubblica . Rispetto al 2018, infatti, fra i cittadini, si osserva un certo declino dei principali riferimenti del sistema politico e istituzionale. La fiducia nello Stato, in primo luogo, scende di 7 punti. Si ferma al 22%. Comunque, 7 punti in più del Parlamento, "stimato" da una quota di persone molto ridotta: 15%. In calo di 4 punti, nell'ultimo anno. Accanto a loro, le "banche". Penalizzate dalle crisi che si ripetono negli ultimi anni. Più dietro, in fondo alla graduatoria, incontriamo solo i "partiti". I soggetti della rappresentanza democratica. Appunto. Non per nulla la "riduzione dei parlamentari" raccoglie consensi larghissimi fra gli elettori di tutte le parti e tutti i partiti.

In testa alla graduatoria si confermano, invece, le "Forze dell'ordine". Riflesso della diffusa domanda di sicurezza che pervade il Paese.
Subito dopo incontriamo il Papa. Il quale, tuttavia, subisce un significativo ridimensionamento, sul piano della fiducia. Che si ferma al 66%. Due italiani su tre. Ancora molti. Ma 6 meno di un anno fa. E 11, rispetto al 2017. Resta alto e costante, invece, il consenso verso il Presidente della Repubblica e verso la "scuola". Alla quale abbiamo dedicato, di recente, un Osservatorio specifico. In calo risulta, invece, la fiducia verso i "magistrati". Tanto più nei confronti delle "associazioni imprenditoriali". Che affiancano i "sindacati". Entrambi "stimati" dal 23-24% del campione. Nel complesso, dunque, il sentimento dei cittadini verso lo Stato, le istituzioni e le organizzazioni di rappresentanza si "raffredda". Ma non si tratta di un crollo. Semmai, di un ritorno alla "normalità" (nazionale). In un Paese dove fra cittadini e Stato prevale il "sospetto" sul "rispetto" reciproco. Peraltro, la fiducia si mantiene più elevata rispetto a due anni fa. Riguardo allo Stato: 3 punti sopra al 2017. Al Parlamento: +4.

Così, è probabile che il cambiamento del clima d'opinione rifletta, in parte, le stesse ragioni "politiche" del mutamento rilevato un anno fa. Con effetti divergenti. Un anno fa, la ritrovata fiducia verso lo Stato, il Parlamento e le altre istituzioni pubbliche appariva, in larga misura, conseguente al successo elettorale della Lega e del M5s. E all'accordo di governo fra i due soggetti politici. Veicoli e amplificatori del sentimento anti-politico. Fino ad allora. L'ingresso al governo, al centro dello Stato, trasformò l'atteggiamento dei loro elettori. Che, infatti, dimostrarono maggiore confidenza verso le istituzioni pubbliche. E verso lo Stato. Cioè, verso il proprio riferimento politico. Verso se stessi... Quest'anno, però, l'assetto del governo è cambiato ancora. La Lega è passata all'opposizione, dopo le dimissioni di Salvini. Convinto che sarebbero seguite nuove elezioni. E, comunque, poco intenzionato ad affrontare una stagione di "sacrifici" da posizioni di governo. Al governo, così, è rimasto il M5S, che ha siglato un accordo con il PD. Un accordo nel segno del disaccordo. Come nella maggioranza di governo precedente. Così la fiducia degli elettori della Destra e, in particolare, d ella Lega di Salvini verso lo Stato si è nuovamente raffreddata. Anzi, dimezzata: dal 30% al 15%.

Questo clima "sfavorevole" ha coinvolto la magistratura. Bersaglio ricorrente dei partiti. Negli ultimi mesi, di Renzi e Italia Viva. In precedenza, contestata da Salvini per le sentenze "pro-migranti". Per motivi analoghi, ma di segno contrario, si è - relativamente - oscurata l'immagine del Papa. Che è sempre molto considerato. Ma non quanto gli anni precedenti. Soprattutto per la comprensione e la com-passione verso gli "ultimi". In particolare, dei migranti. Divenuti protagonisti della narrazione proposta da Salvini e dalla sua Lega nel corso della campagna elettorale - permanente - condotta da oltre due anni.
Tuttavia, il XXII Rapporto sugli italiani e lo Stato racconta anche di una mobilitazione diffusa e crescente. Fatta di manifestazioni e di proteste, "contro" questi stessi ri-sentimenti. Contro la xenofobia. Contro le paure usate come arma politica. Il 2019 è anche l'anno delle Sardine. La mobilitazione di molti giovani che si ispirano, in gran parte, alla sinistra. Ma che la sinistra non riesce più a coinvolgere perché è lontana dal territorio e dalla società. Dove, invece, è molto attivo e presente Matteo Salvini. Il "Leader forte", che, da tempo, viene quasi invocato dagli italiani, secondo le opinioni raccolte, negli scorsi anni, da questa indagine. Ora, nel vuoto lasciato a Sinistra, "nuotano" le Sardine. I giovani e i giovani-adulti. Attenti e sensibili anche alle iniziative sull'ambiente promosse da Greta Thunberg.

Così, se la (s)fiducia verso lo Stato e le istituzioni riflette, da un lato, il ritorno dell'anti-politica, dall'altro, annuncia il ritorno della - mobilitazione - politica. Segnala il risveglio "politico" dei giovani. In altri termini: un ritorno "del" futuro.

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