Il modello esplicativo della cortesia linguistica proposto da Brown e Levinson (1987) può essere riassunto in questi passaggi:
- anche se il parlante intende compiere un FTA ( un atto minaccioso per la faccia) con la massima di efficienza, il parlante deve determinare se si augura di raggiungere il bisogno di faccia dell'ascoltatore tramite la cooperazione dell'ascoltatore oppure con la conservazione della sua faccia.
- il parlante dovrebbe determinare la minaccia di un dato FTA e determinare fino a quale estensione minimizzare le perdite di faccia dovute all'atto di minaccia, considerando i fattori come il bisogno di chiarezza e quello di non sopravvalutare il grado potenziale di perdita della propria faccia.
- il parlante deve scegliere una strategia che provveda al grado di " salvare la faccia" con quello menzionato sopra. La presa in considerazione dell'ascoltatore determina le strategie scelte per realizzare le aspettative richieste per quell'atto da parte dell'ascoltatore.
- il parlante deve allora scegliere un significato linguistico che lo soddisfi per la conclusione di quella strategia. Ogni strategia abbraccia un'ampia gradualità di cortesia dove al parlante sarà richiesto di considerare la specifica forma linguistica usata per coglierne gli effetti quando viene usata insieme ad altri elementi linguistici.
- un altro elemento importante è capire che la scelta di una forma linguistica è determinata dalla responsabilità da parte del parlante verso il suo interlocutore durante l'interazione. Nell'ambito degli studi di pragmatica contrastiva appare necessario integrare la forma pensata da Brown e Levinson per definire il come si conferisca " faccia" all'interno delle varie culture.
Gli elementi presente nell'interazione verbale possono essere la distanza sociale come forma di credibilità così come l'orario di un evento linguistico è molto importante per caricare o meno di importanza un evento nella memoria personale o collettiva di una data comunità.
Se si appartiene ad una cultura ad alto indice contestuale, spesso nell'ambito dell'interazione si è costretti a difendere la faccia collettiva del proprio gruppo di origine.
Le parole dell'interlocutore possono farmi pagare dei costi sia in termini di faccia positiva così come in termine di faccia negativa. E' interessante come un atto linguistico, privo delle condizioni di attuazione, possa essere percepito come inutile o infelice.
Spesso i parlanti sentono il dovere e compito di difesa della propria persona nell'ambito dell'interazione. Spesso la difesa della propria faccia può avvenire in termine di uso di risposte indirette onde evitare un problema in modo esplicito.
In termini di sociopragmatica è molto importante individuare lo stile conversazionale dei parlanti durante un evento. Spesso il disaccordo tra gli interagenti nasce perché alla base aderiscono a stili conversazionali molto differenti ( cordiali-distanti, diretti-indiretti; chiari-vaghi; modesti-affermati; abitudinari-novità; umili-affermati, calorosi ( coinvolgenti) a freddi ( distanti), abitudinari- innovativi.)
Lo stesso concetto di "contesto" è molto rilevante perché influenza la realizzazione o meno di alcuni atti linguistici come nel caso in cui non si proferiscono alcuni atti linguistici per non modificare il contesto extra-linguistico. In quel caso produrre certi atti linguistici ha la funzione di modificare quel dato contesto per conferire faccia positiva a colui che compie questa scelta. Sicuramente tale mossa è molto rischiosa in quel dato "clima" culturale.
Il proprio "in-group" di origine, il proprio territorio o regione o addirittura lo Stato sono spesso gli elementi che il parlante si trova a difendere in termini di "faccia collettiva".
L'uso delle forme dei termini allocutivi come il " lei\vous" hanno un valore di mitigazione in termini di costi per chi lo produce e riceve poiché offre la possibilità di svolgere un attacco diminuendo i rischi di minaccia in termini di cortesia positiva.
Un altro elemento molto ricorrente nell'interazione è il concetto di cambio di persona come modo per agire sul contesto e per modificare l'evento da parte di colui che compie tale mossa comunicativa. La forma allocutiva è spesso un modo per potere indessicalizzare la propria persona in un dato contesto mentre il modo di riferirsi ad un altro parlante è un modo per agentivare la propria perona.
A cosa serve il disaccordo nella conversazione
In alcune interazioni, il disaccordo prolungato è un modo per difendere la propria faccia negativa come modalità per esprimere il diritto di difendere la propria faccia negativa di fronte alle argomentazioni degli altri che mi fanno pagare dei costi molto elevati. La differenza di stile conversazionale è spesso il fondamenta dove si colloca la natura del disaccordo così come il riconoscimento o l'assenza di riconoscimento del bisogno di essere un'altra persona. Spesso nell'interazione ci ritroviamo ad avere una faccia personale e una faccia collettiva da difendere nel caso si è legati o appartenenti ad una data cultura con alto indice contestuale.
Esistono anche delle forme di risarcimento che spingono a certe richieste. Un altro elemento di differenza potrebbe essere il nostro " essere per e con" gli altri per dirla alla Duranti (2007) all'interno di una interazione. Ad esempio ci sono degli interlocutori che vedono nel disaccordo come una forma di socialità ( comunità ebraica di new york ad esempio, israeliani, in alcune occasioni di tipo informali per gli italiani, greci e spagnoli) mentre altri gruppi sono abituati ad uno stile più deferente e fondato sulla considerazione oppure sulla franchezza.
Negli incontri istituzionalizzati esiste spesso un grado di imposizione nascosto che emerge durante la conversazione in funzione dello status\ ruolo degli interlocutori.
Alla stessa stregua abbiamo il problema di come interpretare l'evento tra gli interlocutori come fonte primaria di disaccordo tra le persone.
In lingua italiana spesso la "prosodia" del nostro enunciato che indica un disaccordo come quando viene detto in italiano " non mi parli su questo tono, può cambiare tono" in modo da evitare di pagare tutti i costi dell'interazione in termini di faccia positiva. Alla fine si cerca sempre una forma di equilibrio tra i costi e i benefici all'interno della conversazione. Queste richieste di cambiamento di tono sono anche dei confini all'interno della conversazione per potere iniziare ad indessicalizzare l'interlocutore in un altro modo. Pertanto in un evento abbiamo dei costi e benefici così come dei diritti e dovere durante l'evento alla luce del nostro bisogno di faccia positiva o negativa.
Ad esempio un modo per segnalare il proprio disaccordo con un membro di tipo " in-group" è quello di usare il proprio nome dell'altro interlocutore. Insomma è una strategia di mitigazione per nascondere la forza del disaccordo dato che tra pari esiste un forte bisogno di risparmiare la faccia altrui.
Un'altra modalità per valorizzare il bisogno di faccia positiva è quello di porre molte domande all'altro interlocutore come modalità per segnalare il vostro ruolo di difensore della faccia collettiva di altre persone che delegano ad altri questo compito.
Un'altra modalità per segnalare il disaccordo è quello di ripetere l'elemento di disaccordo presente nell'enunciato dell'altro interlocutore come modo per mitigare l'attacco alla faccia positiva dell'altro ma allo stesso tempo consente di intensificare i propri enunciati perché si è in disaccordo sul tema ma non sulla persona. L'atto di ottenere maggiore faccia positiva formulando un forte disaccordo non è molto ricorrente nell'interazione in italiano in quanto il modo migliore per mitigare il gioco di faccia è proprio quello di risparmiare il proprio interlocutore.
Un altro modo ancora per esprimere il proprio diniego con l'intento di pagare nessun costo è quello di negare la realtà psicologica dell'altro interlocutore utilizzando l'espressione " non è vero". In questo modo viene negata la massima di qualità ( dire la verità). In altri termini nell'interazione sono presenti dei benefici e dei costi in termini di cortesia positiva. Esprimere il disaccordo è anche un modo per agentivare la propria persona all'interno di un'interazione per evitare di pagare dei costi alla propria faccia. Lo scetticismo è una forma di mitigazione ed è anche una difesa per la propria faccia positiva all'interno di una più complessiva ricerca di un equilibrio in termini di costi e benefici. Il tutto è correlato all'interno di una certa visione di " essere per e con" come forma di essere con gli altri.
Una strategia molto efficace è quella di complimentare l'interlocutore in modo da conferire faccia positiva all'interlocutore come forma di gestione dell'interazione.
Un altro concetto molto interessante è quello di faccia collettiva ( Schwartz, 1992) quando un parlante diventa un delegato o rappresentante di una data collettività. Questa modalità è molto diffusa nell'ambito dell'interazione mediatica dove la posta in gioco è spesso all'esterno.
Molto importante è il concetto di mitigazione nell'ambito della formulazione di atti linguistici in sintonia con la cultura di una data cortesia linguistica. Ad esempio l'uso di avverbi o modificatori lessicali così come l'uso in prefazione di elementi di esitazione sono tutti modi per attivare la mitigazione durante l'interazione. Allo stesso modo uno stile indiretto può essere un ottimo modo per non fare pagare costi troppo alti all'altro interlocutore e mantenere una certa distanza emotiva durante l'interazione.
Il disaccordo per coloro in posizione di potere
Durante l'interazione con un interlocutore portatore di potere viene spesso usato il grado di imposizione presente in quella data cultura per evitare di pagare qualsiasi costo interazionale durante lo scambio interazione. Inoltre tende a volere gestire i turni di parola e abolire ogni diritto\dovere e\o costo\beneficio presente all'interno di uno scambio interazionale. Lo stile è spesso un modo per agentivare l'altro interlocutore in modo da ridurre il suo impatto in termini di ottenimento di faccia positiva. Chi detiene potere non intende pagare nessun costo e offrire nessun beneficio durante l'interazione. In pratica esiste una non disponibilità psicologica quando non si intende pagare nessun costo.
Blog dedicato alla didattica della lingua e cultura italiana in senso antropologico, pragmatico e anche tradizionale.
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