Un’alba sempre nuova: Rocco Scotellaro, il poeta degli ultimi
Murale di Rocco Scotellaro
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Vita sociale e poesia
Una poesia caratterizzata da una insita connessione tra pensiero intellettuale e impegno reale, tra l’ideale letterario e la partecipazione sociale, politica, le relazioni personali e solidali. Identificato dalla critica in costante associazione con la vita contadina, per la sua ampia produzione dedicata al tema, l’autore ha in realtà una visione piuttosto ampia del panorama intellettuale italiano dell’epoca; prende la maturità classica a Trento, conosce e incontra da vicino i pensatori del tempo, da Carlo Levi ad Amelia Rosselli. Proprio Levi dipingerà l’enorme pannello, Lucania 61, dedicato a Scotellaro, ora conservato nel Palazzo Lanfranchi di Matera.Il quadro variegato delle storie personali
La produzione di Scotellaro spazia da poesie a prose, da inchieste giornalistiche a testi cinematografici: in tutti i suoi scritti emerge la verità e il racconto di un sud spesso dimenticato, sofferente, che trovava nelle parole del poeta la sua espressione e la voglia di essere risanato, vissuto, e l’importanza di porre al centro l’umanità necessitante di aiuto, che non smette di sognare un mondo migliore, l’America festosa degli emigrati. Uomini e donne piccoli, eppure rappresentativi di una totalità, di un quadro sociale definito. È a tutti costoro che Scotellaro guarda, ed è questo quadro variegato e preciso che disegna.Tra passione sociale e giudizio sull’imponente progresso industriale, il poeta si fa spazio in una letteratura che oggi non risulta ancora vecchia, tramontata; si lascia anzi leggere con un la forza di chi coglie, senza saperlo, difficoltà e angolazioni che, forse, neanche immaginava.
Un’alba nuova
Tra le sue poesie più significative, vi è certamente L’alba è nuova, del 1948: poesia di quattro strofe, due terzine, una quartina e una pentastica. Sulla tomba dell’autore ne sono stati scolpiti i cinque versi.Non gridatemi più dentroIn questa poesia viene unita la popolarità alla classicità, l’umiltà all’altezza intellettuale. Il paese è raffigurato come la sede dei ricordi d’infanzia, il timore della solitudine e dell’isolamento; in ultimo, però, vi è la speranza e la convinzione di una patria sempre nuova: il tempo della vita.
non soffiatemi in cuore
i vostri fiati caldi contadini.
Beviamoci insieme una tazza colma di vino
che all’ilare tempo della sera
s’acquieti il nostro vento disperato.
Spuntano ai pali ancora
le teste dei briganti, e la caverna –
l’oasi verde della triste speranza –
lindo conserva un guanciale di pietra…
Ma nei sentieri non si torna indietro.
Altre ali fuggiranno
dalle paglie della cova,
perché lungo il perire dei tempi
l’alba è nuova, è nuova.
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